Eicma è il luogo da cui, meglio che da ogni altro si vede il futuro della mobilità “leggera”. Anche la micromobilità passa da qui: ecco dove sta andando secondo noi.
Eicma vuol dire “mobilità a due ruote”. Se molte sono le manifestazione nate in questi ultimi anni, capaci di “coprire” una certa specifica area della mobilità, la caratteristica di Eicma è proprio l’opposto, e qui nel suo essere una fiera “generalista” della mobilità a due ruote sta il suo grande, ineguagliabile interesse.
E non solo questo. Eicma non solo si sforza di rappresentare tutto il mondo che si muove intorno a cicli, motocicli e derivati. Ma lo fa da sempre, praticamente da quando questi mezzi di facilitazione degli spostamenti sono entrati nel nostro paesaggi culturale ed economico. Eicma nasce infatti nel 1914. Molto, ma molto prima che si potesse parlare di motorizzazione di massa. O se è per questo, anche motorizzazione di élite.
Eicma, una fiera che ci assomiglia
Ecco un primo punto di identificazione forte tra chi si occupa di micromobilità ed Eicma. Per noi, che guardiamo ad un mondo che, seppur affermato vive ancora una stagione pionieristica, è facile sentirci a casa in una manifestazione fieristica che segue il mondo dei mezzi a due ruote e dintorni sin dagli albori della loro esistenza.
Che li ha incoraggiati a crescere quando ancora non esistevano norme universali, nessuna certezza del diritto. Da quando il sistema delle infrastrutture per la mobilità (leggasi, allora, strade asfaltate) era ancora ai suoi primi vagiti. Da quando i coraggiosi pionieri di un mezzo che veniva guardato con differenza e sospetto, muovevano i loro primi giri di ruota su piste ancora poco definite e polverose. Senza che le forze dell’ordine di quel tempo fossero ben certe di che cosa dovessero fare di quegli strani e incomprensibili trabiccoli, che in pochi anni avrebbero cambiato il mondo.
Ricorda qualcosa? Oggi che mobilità un tempo pionieristica è diventata tradizionale, i pionieri siamo noi, con i nostri monopattini, monoruota, skateboard e biciclette elettriche. Ed Eicma non ha smesso di guardare con interesso a tutto quello che si muove in quello che si muove.
Eicma, un campo amico. Ma non il campo di casa.
Ci sono molte fiere del mondo della mobilità, molte delle quali specializzate. O, come si dice oggi, “verticali”. Fiere dell’auto, della biciclette. E ovviamente anche manifestazioni specializzate nella mobilità elettrica e nella micromobilità, il campo che per noi di monopattinoelettrico.info è ovviamente il campo di elezione.
Il luogo dove nascono un nuovo modo di muoversi e di vivere, e un nuovo rapporto con il lavoro, l’ambiente inteso in senso lato (ad esempio l’ambiente nel quale vivono le nostre orecchie e i nostri polmoni, anche se viviamo in città).
Eicma, come dicevamo è agli antipodi della manifestazione specializzata. Il suo specifico è proprio l’assenza di specifica, la volontà e la capacità di abbracciare tutto quello che si muove intorno alle due ruote e ai loro dintorni. Nel campo amico di Eicma, il mondo della mobilità elettrica e della micromobilità può dunque osservarsi e rispecchiarsi all’interno di un oceano più vasto. Misurare i propri progressi e in parte anche le deficienze che restano da colmare. E da entrambi punti di vista, Eicma 2022 è stata in grado di dire molto.
Eicma, i numeri di una crescita inarrestabile
Eicma è una manifestazione che punta alla rappresentazione globale e totale, e i suoi numeri lo dimostrano. Sono quelli di un player dalle dimensioni titaniche, omnicomprensivo, un momento e un luogo da cui chi sta sul mercato, chi vuole conoscerlo, chi guarda al presente e al futuro, non può assolutamente prescindere.
Basti dire che i marchi presenti sono ben 1370. Oltre un migliaio di espositori che provengono da tutto il mondo, e in particolare da 45 nazioni. Ma quello che continua a stupire, anno dopo anno è la presenza degli operatori professionali del mondo delle due ruote. Non visitatori quindi, ma persone che con il loro lavoro contribuiscono a dare forma al futuro, e che ad Eicma continuano a ritrovarsi per confrontarsi e per ispirarsi, anno dopo anno.
Bene, nel 2022 gli operatori presenti sono stati ben 38.747. Un numero importante di per sé ma che diventa impressionante se si mette in relazione alle presenze, già ottime del 2021. La crescita è stata infatti del 35%, un dato che lascia sbalorditi in un mercato che molti definiscono “maturo”, e che sicuramente vive un momento di trasformazione non facile
Il numero degli operatori della comunicazione è stato altrettanto impressionante. Quello della comunicazione è un unicum che nel presente si scinde in un caleidoscopio di figure professionali, che vanno dal giornalista come lo abbiamo sempre conosciuto, fino al blogger, all’influencer, al professionista della comunicazione pubblicitaria, ai media di settore offline e online. Questa miriade di figure, che ogni anno si presenta più variegato, rappresentando in sé uno dei più interessanti momenti di evoluzione del settore, ha totalizzato ben 6900 presenze. In questo caso l’incremento sul 2021 è stato del 38%. È importante sottolineare che quasi il 40% dei presenti erano stranieri, confermando l’interesse con cui tutto il mondo guarda ad Eicma. Da sempre, e oggi più che mai.
Un successo digitale
C’è un perché per il successo che balza agli occhi, sul fronte della comunicazione? Secondo l’A.D. di EICMA, Paolo Magri, sicuramente sì.
Nella sua conferenza stampa, Magri ha tenuto a sottolineare come la chiave della avanzata di EICMA 2022 sia stata lo sviluppo digitale. Nuovi contenuti, nuovi servizi che hanno agevolato l’incontro tra l’offerta e la domanda, fornendo non solo occasioni di “narrazione” ma soprattutto, come è giusto, nuove e tangibilità possibilità di lavoro e di business, spingendo fortemente i canali business-to-business ma anche business-to consumer.
Il successo di questo “salto digitale” è stato palpabile non solo nei numeri ma anche nell’entusiastico afflusso di giovani che tutti hanno potuto toccare con mano, tra i padiglioni e nelle aree esterne, dove il momento dello svago e del riposo tra una visita e l’altra, magari agevolato da una bibita e un panino sono diventati occasioni di incontro e di dialogo tra operatori e clienti di oggi ma soprattutto di domani.
Un successo digitale che è risultato evidente anche alla più analogica delle osservazioni, quella di chi visita e registra i fatti, osservando e prendendo nota.
La micromobilità ed EICMA 2022
Una manifestazione di questa ampiezza è forse il luogo ideale per capire come si muove la mobilità nel suo complesso e in particolare per chi come noi è appassionato di micromobilità, quali spazi si stanno aprendo per le “nuove forme di vita” di questo settore.
Rispetto a questo obiettivo Eicma ha portato riflessioni positive, perché la presenza c’è, e si vede. Ma anche una grande domanda: come mai dopo qualche anno dai primissimi passi, la micromobilità resta più una curiosità che una presenza centrale?
La micromobilità che si muove
Girando per gli stand di Eicma si nota la presenza molto visibile di una categoria, probabilmente molto adatta a “rubare l’occhio” del visitatore ma di cui viene da chiedersi quali possano essere le prospettive economiche e numeriche, a livello di massa: la bicicletta elettrica custom.
Molti piccoli marchi, molte “boutique” che realizzano mezzi di incredibile bellezza ma di costo altrettanto elevato. Mezzi che sicuramente figurano in modo notevole nel “parco macchine” dell’utente evoluto e dalla ampia disponibilità economica. Ma ovviamente mezzi che difficilmente vedremo girare spesso per le strade. O tantomeno parcheggiati nelle nostre città, dove rischierebbero di durare pochi minuti.
Meno visibile dell’anno scorso è stata la presenza di un mezzo ad alto potenziale come la bicicletta elettrica cargo. Ancora più episodico l’incontro con mezzi che, invece, per la strada si muovono, anche se non ancora nei numeri del monopattino elettrico, come i monoruota e gli skateboard elettrici.
In questo caso viene da pensare che l’incertezza legislativa abbia giocato il suo ruolo in un certo ritardo dello sviluppo, che non potrà comunque mancare.
Monopattini elettrici ed EICMA 2022: cosa abbiamo visto (e cosa no).
Ogni anno, entrando ad Eicma, ci aspettiamo di vedere il segno di un grande mutamento che a tutti noi che operiamo nel settore, appare ormai imminente e inevitabile: l’esplosione del monopattino elettrico nei listini delle grandi case motoristiche “convenzionali”, che hanno un offerta multiforme e universale. Ci aspettiamo di vedere il monopattino affiancare le moto, le moto elettriche, gli scooter, gli scooter elettrici. E diventare la “next big thing” del salone.
E invece? intendiamoci, di monopattini ne abbiamo visti tanti. Ma la loro presenza resta, almeno per ora, almeno a giudicare dagli stand di Eicma una quasi esclusiva dei colossi specializzati o dei grandi gruppi cinesi alla ricerca di un mercato. Oppure un tema per “boutique” che propongono mezzi e novità tecniche interessantissime, come il monopattino cingolato o il monopattino con trasmissione a cinghia ma con ogni evidenza “di nicchia”.
Tra i nomi delle due ruote che si impegnano nello sviluppo di un monopattino a marchio proprio va citato almeno Fantic nel cui stand troneggiava anche quest’anno un prodotto che punta ad un mercato “largo” generalista.
Le ragioni di un ritardo innegabile
Come mai il monopattino elettrico e la micromobilità elettrica in generale faticano ancora a trovare il proprio spazio dentro una kermesse fantasmagorica come Eicma?
Una ragione a nostro avviso innegabile è proprio il nanismo e lo sperimentalismo che vive ancora nella sua parte più emozionante il settore del monopattino elettrico. Molte aziende molto piccole, ancora prive dei mezzi necessari per affermare la propria presenza nella comunicazione (un altro settore in cui la presenza della micromobilità è, al meglio, episodica).
Impegnati nelle loro officine, a creare i loro prodotti, le reali più dinamiche del settore non hanno le energie per rappresentarsi in una salone dispendioso in termini di tempo e di risorse, come Eicma.
Nel frattempo, i grandi marchi, che i mezzi li hanno, attendono gli sviluppi del mercato. Aspettano che le startup maturino, magari per acquisirle e farle proprie, più che investire risorse proprie nello sviluppo di un ramo di attività ancora poco comprensibile e ancora più difficilmente prevedibile, dove la tecnologia e la cornice giuridica si sviluppano costantemente e non sempre (anzi quasi mai) in modo uniforme da una parte all’altra del mondo.
Il futuro sarà elettrico
Qualche ombra, insomma, sicuramente c’è nel modo in cui la micromobilità si rappresenta in un salone impegnativo come Eicma.
Ma tra i corridoi e gli stand di Eicma giunge comunque forte e chiaro, a tutti, il messaggio più importante. Tra moto, maximoto, dream projects, marchi di nicchia, e modelli già in piena produzione, è evidente che il futuro è cominciato ormai irrevocabilmente. E sarà un futuro elettrico, pulito, silenzioso, sostenibile. Oltre che ovviamente ad altissime prestazioni.